E’ vero che i medicinali assunti da una mucca si trasferiscono nel latte? E se il latte contiene sostanze chimiche, queste rimangono anche dopo che è stato lavorato e trasformato in formaggio?
Come si riconosce quindi un formaggio di buona qualità e quali devono essere i parametri da controllare quando vogliamo acquistare un buon prodotto?
Per poter dare una definizione di prodotto caseario di buona qualità, bisogna fare un passo indietro ed andare a ‘tracciare’ la catena produttiva, in tutti gli elementi che la compongono, a partire dall’alimentazione delle mucche da latte.
Questa infatti, insieme alle condizioni in cui vive l’animale, rappresenta un aspetto fondamentale per la qualità del latte e la salute dell’animale stesso.
In Italia, come in tutta Europa, l’alimentazione delle mucche segue una legislazione ben precisa, che ha l’obiettivo di garantire salute, produttività e qualità sia per gli animali, che per l’uomo che userà il latte per la propria alimentazione.
L’Italia gode di un’importante tradizione legata all’alpeggio e alla transumanza, pratiche rimaste immutate nel corso dei secoli, che prevedono di spostare gli animali sui pascoli di alta montagna e di riportarli a valle quando la stagione diventa più fredda.
Queste pratiche fanno sì che si preservi l’equilibrio del territorio e che gli animali possano cibarsi di erbe varie ed incontaminate, garantendo al latte una purezza impossibile da ottenere attraverso l’alimentazione da allevamento industriale.
Come è facile immaginare, un animale che cresce cibandosi di foraggi del territorio e di mangimi naturali, ha la possibilità di produrre un latte di qualità superiore, che diventa poi, ingrediente base per formaggi e latticini di buona qualità.
Di cosa si compone allora, l’alimentazione ideale delle mucche sane? Fieni e foraggi, integrati da mangimi per bilanciare tutti i nutrienti della dieta.
Sui libri di scuola si legge che le mucche mangiano ‘erba’, ma è vero che non tutti i tipi di vegetali fanno bene alle mucche.
Accanto al fieno ed alle erbe fresche, l’alimentazione della mucca può essere accompagnata, ma solo in minor parte, dai mangimi, che in genere sono a base di cereali (mais, orzo, avena, frumento, segale e sorgo), semi di oleaginose (soia, lino, girasole) e semi di leguminose (fava, favino e pisello proteico).
Inoltre tutti gli aromi ed i sapori che la mucca ingerisce si trasmettono al latte, quindi sono da evitare tutti quegli alimenti che conferirebbero al latte un sapore o un aroma inconsueto.
Sono sconsigliati tutti i derivati di origine animale, come le farine ottenute dalla lavorazione del pesce, del pollame, del riso e alcuni derivati di ortaggi e verdura. Si trasmettono nel latte anche gli eventuali antibiotici, ormoni per la crescita o medicinali somministrati alla mucca, variandone non tanto il sapore quanto la qualità.
Fonte: Simona Cherubini