Il latte vaccino, alimento completo, nutriente e dissetante grazie al contenuto di circa 87-90 grammi di acqua ogni 100 grammi, è prezioso per la crescita dei bambini. Ma le sue caratteristiche sono utili a qualsiasi età. Che si intende per latte vaccino? E quale animale lo produce? Facciamo chiarezza.
LATTE VACCINO
Perché il latte si chiama latte vaccino è presto detto: è quello che proviene da mucche e vacche. E’ difatti un alimento prodotto dalla ghiandola mammaria di queste ultime. La sua definizione completa viene riportata sulla Gazzetta Ufficiale, in particolare nel DECRETO 9 maggio 1991, n. 185, dove viene definito come il “prodotto della mungitura completa, regolare e ininterrotta della mammella di animali in buono stato di salute e nutrizione“. Quello che si trova in commercio viene generalmente pastorizzato, ovvero sottoposto ad un trattamento finalizzato a uccidere batteri, virus o parassiti potenzialmente pericolosi per la salute dell’uomo.
CARATTERISTICHE DEL LATTE VACCINO
Il latte vaccino è un alimento completo a tutti gli effetti. Ciò in quanto contiene proteine, vitamine B, B12, A, D, minerali (come magnesio, fosforo e, naturalmente, calcio) oltre che taurina e creatina. Nonché acido folico e riboflavina. Così come riportato sul sito dell’Humanitas, è costituito in percentuale da:
- 21% proteine
- 51% lipidi
- 28% carboidrati
100 grammi di latte di vacca intero pastorizzato apportano 64 calorie. In quanto ai valori nutrizionali, la stessa quantità di latte vaccino intero contiene:
- 87 g di acqua
- 3,3 g di proteine
- 3,6 g di lipidi
- 11 mg di colesterolo
- 4,9 g di carboidrati disponibili
- 4,9 g di zuccheri solubili
E’ importante specificare come le proteine presenti nel latte vaccino siano di elevato valore biologico, ovvero contenenti tutti gli aminoacidi essenziali. Che servono per la sintesi dei tessuti muscolari e per il rimodellamento osseo. Tale tipologia di latte vanta il primato di essere tra gli alimenti più ricchi di calcio, minerale indispensabile per la salute delle ossa e utile nella prevenzione dell’osteoporosi.
TIPI DI LATTE VACCINO
Basta fare un giro nel reparto di un qualsiasi supermercato per accorgersi di come esistano diverse tipologie di latte vaccino. In commercio è possibile trovare, ad esempio:
- Latte crudo. Ovvero non pastorizzato, cioè non sottoposto al trattamento che consente l’eliminazione di batteri, virus o parassiti potenzialmente in esso presenti.
- Latte pastorizzato. Sottoposto al già citato trattamento che consiste nel sottoporre l’alimento ad un trattamento termico ad una temperatura di 71,7-78 °C per 15-20 secondi.
- Latte fresco pastorizzato. Questa tipologia di latte subisce la pastorizzazione entro 48 ore dalla mungitura.
- Latte fresco pastorizzato di alta qualità. E’ la legge n. 169/1989 a disciplinare le caratteristiche che lo rendono tale. E consistono nella percentuale di sieroproteine solubili non denaturate presenti al suo interno al momento del confezionamento. Per essere definito tale, deve avere una percentuale minima di 15, 5% di proteine del siero.
- Latte UHT. Tale dicitura è la sigla che si ricava dalle parole Ultra High Temperature. Indica un processo tramite cui il latte viene esposto ad altissime temperature per brevi secondi. Ciò ne rende il tempo di conservazione molto più lungo (circa 20 settimane). In questo caso contiene la maggior parte delle sostanze nutritive del latte fresco, anche se si registra una perdita di vitamina B.
- Latte a lunga conservazione. In questo caso il latte viene sottoposto anche a sterilizzazione. Viene dapprima rapidamente riscaldato a 135-150 gradi per 3-10 secondi, e poi altrettanto velocemente raffreddato a temperatura ambiente. Quindi confezionato in contenitori ermetici, e sottoposto ad un ulteriore riscaldamento a 110-120° C per 15-20 minuti.
In base ai differenti processi ai quali viene sottoposto, il latte vaccino viene ulteriormente suddiviso in:
- Latte intero (3,5% di grasso)
- Latte parzialmente scremato (contiene tra 1,5 e 1,8 % di grasso)
- Latte scremato (0,3 % o meno di grasso)
COME SI CONSERVA LATTE VACCINO
Il tempo di conservazione del latte vaccino varia in base alla sua tipologia. Quello fresco, reperibile ovvero nel banco frigo, deve essere conservato in frigo anche in casa. Discorso diverso invece riguarda il latte a lunga conservazione, che va posto in dispensa a temperatura ambiente, in un luogo fresco ed asciutto di casa. Qui potete tenerlo per 2 mesi circa, anche se fa naturalmente fede la data di scadenza riportata sulla confezione.
QUANDO SCADE IL LATTE VACCINO?
Il latte vaccino fresco, la cui scadenza è specificata sull’etichetta, in genere non supera che qualche giorno. Dal momento dell’apertura avete 48 ore per consumarlo. Il latte fresco pastorizzato dura invece circa 6 giorni in frigo. Il latte a lunga conservazione, una volta aperto, va trasferito in frigo e consumato al massimo entro 3 giorni. Il latte UHT si conserva per 3 mesi a temperatura ambiente.
QUAL E’ IL LATTE VACCINO MIGLIORE?
Alla luce di quanto abbiamo appreso leggendo le caratteristiche delle diverse tipologie di latte vaccino, possiamo dire che il migliore latte vaccino sia sicuramente quello fresco pastorizzato di alta qualità. Questo, infatti, non solo subisce il calore per poco tempo e non viene compromesso dal punto di vista nutrizionale. Ma riesce anche a mantenere una qualità piuttosto alta se messo a confronto con le altre tipologie. E prevede inoltre un contenuto di sieroproteine maggiore rispetto a tutti gli altri.
Anche il latte pastorizzato, nonostante sottoposto al processo della pastorizzazione (che interessa solo l’eliminazione di agenti pericolosi), non viene intaccato nelle sue caratteristiche organolettiche. Nonostante abbia una minore conservabilità rispetto a quello sterilizzato, dal punto di vista nutrizionale conserva meglio vitamine, minerali e proteine del siero.
INTOLLERANZA E ALLERGIA AL LATTE VACCINO
Il consumo di latte vaccino non è indicato in caso di intolleranza al lattosio o di allergia al latte. L’allergia al latte vaccino, piuttosto comune tra i bambini nei primi anni di vita, è una patologia che frequentemente si risolve autonomamente con la maturazione del tratto digerente. Anche se è presente in circa lo 0,5% degli adulti. Chi soffre di allergia al latte sviluppa degli anticorpi contro alcune proteine in esso presenti.
Diverso è il caso dell’intolleranza, che riguarda invece il lattosio ed è molto più diffusa. Secondo i dati riportati sul sito dell’Humanitas, interessa il 50% circa degli italiani. Consiste nell’impossibilità di digerire completamente lo zucchero presente nell’alimento ed è causata da una carenza dell’enzima lattasi.
USI DEL LATTE VACCINO IN CUCINA
Veniamo agli usi del latte vaccino in cucina, che sono tanti e variegati trattandosi di un ingrediente parecchio versatile. Ed allora, oltre a poter essere bevuto da solo – fresco o caldo a colazione o merenda – può trovare spazio in diverse ricette dolci e salate. Ad iniziare dai frullati, dai budini e dai dolci al cucchiaio in genere per passare alle creme (la pasticcera, in primis), alle torte di ogni tipo ed alle salse dolci e salate, prime tra tutte la besciamella. Lo si può usare anche per fare la ricotta o come base per lo yogurt. Ancora, lo si può impiegare per preparare:
- il gelato alla crema
- la torta pane e latte
- la mousse al latte e limone
- il budino di riso
Fonte: https://www.nonsprecare.it/